Tra le formazioni più eclettiche dello storico prog italiano, i Jumbo hanno saputo dare al genere una connotazione mai così aspra e pungente. Un combo di personaggi poliedrici, il cui spirito eclettico si converte in un rock progressivo lontano dagli stilemi della scena italiana, ibridandosi alla sensibilità del folk e a quella del blues, dietro l’egida dei testi controversi di Fella, che trovano pochissimi uguali nel panorama internazionale
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Jumbo

La Maschera Di Cera è uno dei gruppi-cardine per ciò che riguarda la riscoperta del glorioso suono prog italiano degli anni Settanta. Attiva dal 2002 la formazione genovese è stata una delle poche ad avere la capacità di rispettare in tutto e per tutto quel tipo di sonorità
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La Maschera di cera

musicista Underground, collezionista & divulgatore mediatico.
Nato mentre il doppio LP di ‘Tommy’ degli Who giungeva nei negozi di dischi


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Mox Cristadoro

Fabio Cinti e Arturo Stàlteri propongono uno studio per pianoforte e voce di dieci composizioni di
Franco Battiato e Giusto Pio scritte per Milva, Giuni Russo, Alice e Sibilla e mai cantate da
Battiato.
Si tratta, per Cinti e Stàlteri, del loro secondo studio su Franco Battiato. Nel 2018 Fabio Cinti ha
pubblicato
“La voce del padrone ~ un adattamento gentile”, adattamento per pianoforte, quartetto
d’archi e voce del celebre album del cantautore siciliano, lavoro con cui ha vinto una prestigiosa
Targa Tenco come miglior interprete.“
In sete altere – Arturo Stàlteri suona Battiato
” è invece l’album del pianista, pubblicato nel 2014,
che contiene undici brani di Battiato (due dei quali co-firmati con lui) arrangiati per solo pianoforte
e reinterpretati.
In questo nuovo lavoro invece (che vedrà presto una pubblicazione discografica), dal titolo “Incantate”, i due stili, vocale e pianistico, si uniscono per riportare all’ascoltatore le composizioni di Franco Battiato e Giusto Pio nella loro scrittura essenziale, già carica di emotività nelle liriche e nell’accuratezza delle armonie e delle melodie.
Lo spettacolo si completa con l’esecuzione di brani dai due lavori precedenti degli artisti e con racconti e aneddoti che delineano in maniera singolare il loro rapporto con il grande artista siciliano per raccontarne una parte della sua esistenza


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Fabio Cinti e Arturo Stalteri

Quel Che Disse Il Tuono è una nuovissima formazione prog-rock nata dalla separazione, avvenuta nei primi mesi del 2018, tra Francesca Zanetta (chitarra, string machine) e gli Unreal City, dopo oltre cinque anni di collaborazione e tre album che hanno lasciato un forte segno nel panorama del rock progressivo italiano contemporaneo. Il forte desiderio di continuare il percorso artistico interrotto con gli Unreal City ha di lì a poco portato all’incontro, nel gennaio 2019, con Roberto “Berna” Bernasconi (basso e voce solista) e Alessio Del Ben (batteria, tastiere e cori). Il trio viene presto raggiunto da Niccolò Gallani dei Cellar Noise (pianoforte, tastiere, flauto e cori) e completa così la sua attuale formazione. Ospite d’eccezione ai cori e alle armonizzazioni vocali è inoltre Claudio Falcone dei leggendari Alphataurus.

Dall’affiatamento tra i musicisti e la voglia innata di esplorare nuovi sentieri musicali nascono dunque Quel Che Disse Il Tuono e il loro album d’esordio “Il Velo dei Riflessi”, un lavoro colto come da ‘tradizione progressive’ sia nei testi che nella musica: cinque brani lunghi e complessi – una media di quasi dieci minuti a canzone – caratterizzati da una spiccata componente sinfonico/tastieristica, numerosi cambi di tempo e atmosfera, e da ampie sezioni strumentali. L’utilizzo di strumentazione originale d’epoca e un’approfondita ricerca nei meandri del prog sinfonico italiano degli anni ’70 spingono le sonorità di questo album verso sentori vintage, mentre la modernità dei metodi di registrazione bilancia questo aspetto, riportando il tutto ai giorni nostri.


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Quel che disse il tuono

Il progetto Galaverna prende vita a Verona nel 2014 per volontà dell’autore delle musiche e dei testi Valerio Willy Goattin, cantante e chitarrista della band. La passione per il rock progressivo anni ’70, per il folk nordico e per la contaminazione musicale ha portato i Galaverna ad intraprendere un nuovo percorso artistico, acustico, ricco di spunti visuali e richiami a dimensioni oniriche. Il prog-folk proposto mira a creare una dimensione unica, coerente, ispirata ad un mondo selvaggio ed antico.
L’obiettivo del progetto è quello di condurre l’ascoltatore in un viaggio musicale che sia il più evocativo possibile.
L’album “Dodsdans” (2015 Rock Cd Records) è un concept che racconta in capitoli le avversità che un uomo deve superare per sopravvivere in un ambiente inospitale. Allo stesso tempo nelle varie canzoni viene esaltata la bellezza, la magia ed il mistero di madre natura, tanto crudele quanto incredibilmente affascinante nella sua purezza.
“Wagdans”, il secondo album, celebra un ritorno alla vita, accompagnando con le proprie sonorità acustiche e bucoliche l’immaginaria danza pagana del Green Man, mentre rende nuovamente floride le terre un tempo inospitali del nostro pianeta. L’uscita è prevista in Cd e vinile per il 27 maggio 2022, tramite la casa discografica italiana AMS Records.

Valerio Willy Goattin: Voce, Chitarre, Percussioni e Harmonium
Simone Marchioretti: Batteria e Percussioni
Simone Rodriguez: Violino e Cori
Stefano Masotto: Basso e Cori
Davide Corlevich: Chitarre e Cori
Lorenzo Boninsegna: Viola
Chiara Delaini: Flauto


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Galaverna

Ettore Vigo piano – tastiere – voce
Martin Grice flauto – sax – voce
Fabio Chighini basso – ukulele – voce
Alessandro Corvaglia voce solista – chit. acustica – tastiere Alfredo Vandresi batteria – percussioni – voce
Michele Cusato chitarre – voce

Nati sul finire degli anni ’60 con il nome di “Sagittari”, i Delirium adottano il nome definitivo con l’ingresso di Ivano Fossati, nel 1970. Nel 1971 realizzano il loro primo album “Dolce Acqua: morbide atmosfere acustiche, sognanti ballate in un’azzeccata miscela di rock, folk e jazz, con arrangiamenti arricchiti dal flauto di Ivano Fossati che avvicina il gruppo allo stile dei più famosi Jethro Tull di Ian Anderson.
La notorietà del gruppo aumenta e l’anno dopo il gruppo partecipa al Festival di Sanremo con il brano “Jesahel” che diventerà un hit con milioni di copie vendute. Nonostante l’abbandono di Fossati, i Delirium con l’ingaggio del flautista – sassofonista inglese Martin Frederick Grice registrano “Lo Scemo e il Villaggio” con il quale il gruppo raggiunge la piena maturità artistica con uno splendido disco di Jazz Progressive. Nel 1974 è la volta di “Delirium III – Viaggio negli arcipelaghi del tempo”, il più progressivo dei loro lavori nel quale viene impiegata una vera sezione di archi. Nel 1975 i Delirium si sciolgono.
Dopo molti anni di silenzio, nel 2001 il gruppo si ricongiunge grazie alla spinta di Pino Di Santo, batterista originale della band.
Nel 2006 realizzano il loro primo live “Vibrazioni Notturne” e nel 2009 l’album “Il Nome del Vento”
Nel 2014 il gruppo rivoluziona la formazione: per motivi famigliari Pino Di Santo si ritira, venendo sostituito da Alfredo Vandresi, grande professionista già batterista con Alberto Radius (Formula Tre); esce poi Roberto Solinas (chitarra e voce), che viene sostituito da Alessandro Corvaglia, già polistrumentista e voce del gruppo Prog ”La Maschera Di Cera”. Dall’inizio 2014 entra infine nel gruppo il chitarrista Michele Cusato, pedina importante per la realizzazione del nuovo album (“L’ERA DELLA MENZOGNA”, ultimato a maggio 2015 e presentato a dicembre anche in vinile) e per la nuova fisionomia del gruppo.
Nel 2022 la band festeggia il 50° anniversario dall’anno che la rese celebre in modo definitivo.


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Delirium

Performance of music and analog animation.
Art for Conservation.

Cecilia Valagussa – live visuals, illustrations.
Marta del Grandi – vocals, live electronics, compositions.
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Fossick

Tra le migliori formazioni di progressive rock italiano del terzo millennio, meritevole di menzione è indubbiamente il quintetto milanese Ubi Maior, che con l’album “Bestie, Uomini e Dèi” celebra il proprio ventennale.
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Ubi Maior

L’album è ritenuto dalla critica uno dei migliori lavori del rock progressivo italiano degli anni ’70. Contiene pezzi elaborati con venature hard rock. La voce di Canali è una delle più interessanti del periodo e risulta azzeccato anche l’utilizzo del flauto, impiegato in maniera originale. Interessanti anche i testi che parlano, in maniera piuttosto cruda, dei disagi sociali. Dall’album fu estratto un 45 giri che porta sul lato A “Una strana regina” e sul lato B la versione strumentale di “Confessione”
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Biglietto per l’inferno